….O PENSI AI LIMITI O ALLE POSSIBILITA’…..

….O PENSI AI LIMITI O ALLE POSSIBILITA’…..

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Non ricordo il mese, stagione di quel giorno, ma ricordo perfettamente che ho rivolto lo sguardo al cielo, c’erano nuvoloni grandi, di quelli che sembrano panna montata, di un colore grigio, con il sole che cerca di uscire attraverso le nuvole… e si crea quella strana luce dove fatico a tenere gli occhi aperti con un cielo di quel colore.

Quando entrai in quella stanza di pareti bianche, un brivido mi attraversò la schiena, non so se c’era freddo

oppure l’ambiente non mi piaceva, erano tutti dietro quella enorme scrivania in mogano scuro tirata a lucido, c’erano proprio tutti, i medici che mi avevano visitato in quel periodo e in vari ospedali, erano lì, in piedi con i loro lunghi camici bianchi inamidati, mi invitarono a sedermi e dopo si sedettero loro.

Solo uno di loro prese parola, il medico che il giorno della biopsia, mi diede la mano fino a stritolarla e mi teneva un panno da poter mordere tra i denti per sopportare il dolore.

Mentre scrivo queste righe mi tornano in mente alcuni particolari tipo questo… non è piacevole ricordarli, ma è la mia vita e ne fanno parte, faccio un bel respiro e continuo….

Come dicevo, un Medico prese parola :

“Signorina, ciò che stiamo per dirle è che lei un giorno, non sappiamo quando e come succederà,  si ritroverà improvvisamente a non poter fare i movimenti che fa adesso, avrà dei LIMITI, non esiste cura,

quello che possiamo fare è affiancarle una persona che conosce la malattia, l’aiuterà ad accettare la situazione.

Ricordo che mentre loro parlavano, io mi vedevo davanti a un bivio…

Da una parte un viale in inverno, con alberi ai suoi lati spogli dalle foglie e vento che ululava tra i rami. Nell’altro viale c’era il brecciolino bianco che rifletteva la luce, gli alberi rigogliosi di un verde brillante, e il tepore del sole mi scaldava il viso.

Senza pensare, feci un passo verso il viale assolato….

Mi alzai in piedi, ai quei tempi le mie gambe mi sostenevano bene, sorrisi ai medici

“non ho bisogno di qualcuno che mi aiuti, non potrò fare ciò che faccio ora, lo farò in modo diverso, non vedo i limiti ma le possibilità che la vita mi offrirà.

Ripetei ancora a sguardo fisso e testa alta

“ogni giorno sarà diverso, questo lo so, mi ingegnerò giorno dopo giorno ad ogni tipo di cambiamento.” Quando uscii da quell’edificio c’era il sole, finalmente.

Di tempo ne è passato da quelle parole, mi sono sposata, ho affrontato una gravidanza contro il loro parere, anzi, il periodo della gravidanza è stato il migliore, stavo benissimo.

Allora mi sento di poter dire, non esistono limiti ma solo possibilità in ogni situazione.

È un cammino il nostro, fatto di esperienze, ostacoli … giorno dopo giorno possiamo decidere

Se fare del nostro percorso POSSIBILITA’!!! 

Tomassina Fanicchia

tomassina.fanicchia@enzimi.org

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