LASCIARSI ACCAREZZARE DALL’ACQUA

LASCIARSI ACCAREZZARE DALL’ACQUA

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Appoggiare i piedi a terra è un’azione così scontata, non ci si accorge di ciò che rimanda.

A piedi scalzi, silente, godersi una delle sensazioni più belle:il fresco e solleticante prato di erba, il tepore di un parquet, il marmo così duro e freddo, il morbido e caldo tappeto… i piedi immersi in acqua, la più bella delle sensazioni.

Tante sono le percezioni che tornano se solo ascoltassimo con attenzione!

“mettiamola così” mi disse “se tu vivessi in acqua non avresti bisogno di nulla, l’acqua è il tuo ambiente naturale.”

“mio caro dottore, peccato io non sia un pesce”, la mia risposta.

Ma come non dargli ragione, immergersi in piscina, con i piedi su quel pavimento scivoloso, wow, è il paradiso.

Un pesce lo sono stata sapete? Molti anni di nuoto e ora…. che ci faccio in acqua, nuoto?

Cammino, strano vero? No non lo è, per chi come me, si stanca facilmente a camminare. In acqua è diverso, stai in piedi, un passo dietro l’altro, le gambe sono leggere, sostengono il corpo senza stancarsi, tutto è più leggero. L’acqua è fonte di vita, amore, movimento e normalità.

In acqua dai il comando e le gambe si muovono con naturalezza, l’istinto non ti abbandona mai è la forza che fa i capricci.

L’esperienza della piscina, per chi ha una fragilità, è meravigliosa.

Stai con i piedi che toccano il pavimento, senti l’acqua che accompagna il passo e ci si trova improvvisamente “di fronte”, non in basso, ma di fronte alle cose, alle persone, agli occhi.

Ecco è importante questo, lo stare di fronte, in amore, in amicizia… trovare il modo di stare di fronte,sempre, perché nessuno è più in basso o in alto di un altro e questa è la migliore identità per ognuno.

Tomassina Fanicchia

tomassina.fanicchia@enzimi.org

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